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Incanto

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Sogno dei verdi anni antichi

la bellezza, e l’amor primo

e il melograno in fiore.

 

di Fedor Nicolay Smejerlink

Per la morte della sorellina

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Perché di repente trascoloraro gli occhi

tuoi vivi come luce del giorno

e le manine vagarono un attimo incerte

nel vuoto, quasi a cercare la mamma

che ancora tu non sapevi chiamare?

Sul muto lettuccio, ravvolta nel lino,

era un’imagine di rosea cera il tuo volto

e lo sguardo fisso ed attonito

cercava l’infinito oltre l’angusto orizzonte.

A Giovanni Aloi

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Or che la triste tua silente imago

a me ritorna dai lontani colli

ove alla giovinezza eran disvago

l’ore trascorse in irrequieti e folli

            giochi di bimbi, te, cui già il sorriso

            dolce mancò della creatura prima

            che ansiosa fisse in noi pallido il viso

mutilo e solo e senza alcuna stima

Vespero Alpino

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Una baita, guarda nel vuoto.

Si aggrappa al fianco del monte

presa dal terrore di precipitare

spalanca due neri occhi al cielo.

Pietoso la avvolge un ciuffo

di nebbia che la marcita del pascolo

esala. L’erba è verde di smeraldo

cresce sotto la falciata dei bovi

più tenera. Assale la baita

da ogni lato, su fino al tetto

di lastre ferrigne. Con le lingue

in-ver(n)o

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Batte la pioggia, rovina

sul muro percosso

nella propria parte

di mammella sgonfia

allo sfinimento

di tanta pelle sulle costole.

 

Mi volano sassi negli occhi,

il cielo sbianca fagotti di cuore

a colpi d'inverno:

 il tuo nome cresce

nella crepa del sepolcro,

Pagine Marine VII

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Medusa, bianca e violetta,
mi hai sferzato
hai lasciato un segno rosso
sulla mia carne scura.
 
Fra poco
sarai informe poltiglia
color della sabbia;
il sole
ti scioglierà come cera.

Alzati da quel divano o ...

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Dunque, sei qui!


Io arrivo a casa, e tu, ovviamente sei QUI. 

Non ti è bastato essere qui ieri sera, o oggi a pranzo. Sei qui anche ora!!

Sai dove sono stata io tutto il giorno? Sono stata seduta come te ma in un stupido ufficio. A sgobbare, oltretutto affianco a Giorgio, che puzza!

E tu? Sorridi? Mi prendi in giro?

Sei sempre con quel telecomando in mano e non fai altro che fare zapping e guardare il palinsesto televisivo immediatamente successivo.

Alle mie figliole

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Siete tornate: nella notte fonda

tenendoVi per mano

siete tornate per un’ora sola

ad abbracciar la Mamma

e a chiederLe perdono...

siete tornate nella veste bianca

siete tornate nella veste bruna.

Pagine Marine VIII

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Guardarsi negli occhi

tenersi per mano

cadere ignudi sulla sabbia tiepida

e avvoltolarsi.

Essere lambiti dalla onde

e restare taciti

presi,

è veramente divino,

Clelia.

 di Fedor Nicolay Smejerlink

Di quell'azzurro bacio

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Dal riascoltato accento
quell'azzurro bacio
a tergermi le labbra
il pane secco nel cartoccio:

- è un nome, solo un nome,
farfalla sul petto
e sulle membra smagrite. -

Lampade di sepolcro
gli occhi infossati a fior d'acqua
globi di vetro che riflettono
 
l'argentea fronda dei capelli
che acquieta il volgere del giorno:

Ho sete di te

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Perchè mi assale un’ansia febbrile

che sa di antiche memorie

sepolte nelle recondite sfere

dell’animo e me ne sto in vaga

incertezza tra queste galoppanti

nuvole e questo mare di pensieri

che hanno sommerso la mia volontà

e mi chiamano all’insensata

fuga dal tempo che ora vivo

perchè è mio, di mia scelta?

Stagioni

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Primavera

Fremiti d’ali; aeree, guizzanti

tornano. Han le convalli una canzone

nuova, melodia divina con l’acque

fluenti ai piani; creature leggere

evanescenti, cui l’ombra d’un sogno

si rassomiglia, e dall’istesso incanto

ebbero l’ali per volar ne’ cieli.

La giostra

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Mille volte meglio girare

in giostra al campo tre

che metterci un cuore

a girare il soffitto

con lo sguardo fisso

a trovar le mosche bianche

pensando che la vita

è avorio d'amante

in corpetto di raso

con un bimbo al grembo:

A mia madre

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Io t’ho chiamato, mamma, cento volte

e cento il mio nel guardo tuo fissai

tu sei lontana, mamma, e non mi ascolte

le angosce del mio cuor non le saprai.

Fosti la sola che a le notti insonni

i singhiozzi affidavi e il pianto amaro

mentre lungi dal tetto a tristi donni

senza difesa esposto era il tuo caro.